IL RISCIÒ
Il risciò è una bicicletta Ogm, geneticamente modificata. Ciò significa che sulla strada rompe i coglioni almeno quattro volte tanto.
Scusi!. Scusiiii!, OHI, SIA GENTILEEEE PORCA TROIAAAAA, non vede che fila ha creato? Tiratevi in parte, fate un cacchio di sosta, così almeno ci lasciate passare, ostia!
– Cosa urla, cosa urla, non vede che stiamo pedalando in santa pace? Viva con positività le ferie, si rilassi.
Certo, siamo tutti rilassati noi dentro questi stramaldetti tre chilometri di coda che ha creato lei con quel maleficio su quattro ruotine di merda.
– Fra poco ci sarà uno slargo, abbiate pazienza.
Peccato che lo slargo che dice lei è in tanta mona. Probabilmente quando arriveremo si accederanno le luminarie di Natale.
– Guardi là (indica)… Adesso può disperarsi davvero: da quella viuzza è spuntato un altro risciò con quattro austriaci sopra. Il più giovane, a occhio, era in banco con Radetzky.
Nel frattempo qualcuno della coda, decisamente più pragmatico, s’infila il pigiama, altri ne approfittano per prenotare la settimana bianca su Booking, in due si suicidano ingerendo centosedici pasticche del Re Sole, l’equipaggio di una Polo diesel inizia un puzzle da cinque mila pezzi, raffigurante la Statua della Libertà, certo di finirlo ben prima di quello stramaledetto slargo della malora.
Senta… sentaaaaa.
– Ma lo sa, sì, che lei è un’ossessione? Cosa vuole adesso?
Una domanda, tanto di tempo ne abbiamo. Ma cosa cazzo ci trovate a cavalcare quel biroccio per le vie delle località balneari, ben sapendo di essere la razza più odiata al mondo, perchè create più rallentamenti voi dei lavori sulla Salerno-Reggio Calabria?
– Vede, caro signor….
Un boato multiplo. Due Patriot polverizzano simultaneamente quegli aborti ruotanti e chi ci stava sopra. Poi si è saputo che in una delle tante auto ferme da sette ore c’era il comandante americano John Dwight, capo supremo delle truppe d’assalto battaglione Michigan. Pare che uno scocciatissimo Dwight abbia fatto una telefonata a chi sapeva lui, Dio lo conservi in salute.
THE END